Abbiamo bisogno di qualcuno che parta in avanscoperta: che faccia un’incursione in un presente diverso, che abbia il coraggio di un passo nell’invisibile, nel non definito, nel cancellato, per non sprecare l’occasione di un futuro nuovo. Pierre Bonnard, pittore, parla di ricerca di una visione “in-fante”, quella “di chi fa irruzione nel visibile senza ancora distinguere né dare un nome”. Occorre essere curiosi e forse giocosi. Occorre piegarsi, come il contadino sulla terra, come la maestra su una bambina… per osservare quelle nuove fessure che la pandemia ha aperto e che ancora non abbiamo considerato, per capire la profondità delle fratture prima di restaurarle in modo sbagliato, abbiamo bisogno di ascoltare i tremori del corpo dell’altro. Perché lo schermo ce li ha negati. Dobbiamo farlo lentamente e velocemente, dobbiamo capire le domande silenziose delle nostre nuove soglie, delle cose che non sono ancora.
Risorsa proposta da Alessandra Falconi, Centro Alberto Manzi, Bologna